Il territorio di Perdaxius presenta numerose testimonianze preistoriche riguardanti vari periodi. Sono presenti oltre 25 nuraghi a struttura complessa, tra i quali il più importante è il nuraghe Camboni a ridosso del centro abitato. Come per tutti gli altri paesi del Sulcis, anche Perdaxius nel corso della sua storia ha conosciuto spopolamento e annessioni, confische e occupazioni, portando avanti però la vocazione agricola e pastorale tipica della zona. Nel 1946 con la riforma agraria voluta dal ministro Antonio Segni, il paese fu inserito in un programma di bonifica, dissodamenti e infrastrutture; furono create delle vere e proprie borgate agricole con annesse scuole, acquedotti e strade interpoderali. Fu Mitza Justa il centro organizzativo più importante della riforma fondiaria del basso Sulcis: fiorirono a tal proposito case coloniche con ettari di terreno coltivati a orti, seminativi e giardini. L’influenza dei monaci benedettini anche a Perdaxius è stata particolarmente incisiva: le chiese di S. Giacomo e S. Leonardo sono evidente testimonianza di quell’epoca. In stile romanico, immerse in un contesto di florida vegetazione, mete di pellegrinaggio e di partecipate sagre popolari, i due edifici di culto rappresentano un’attrattiva di grande fascino e interesse. Perdaxius è luogo di grande tradizione gastronomica: nelle sue campagne e nei suoi pascoli si allevano capre e pecore, le cui carni sono saporite e rinomate; in particolare il formaggio ha una pasta gradevole e aromatizzata. Anche la panificazione è casereccia e si diversifica a seconda delle festività e delle ricorrenze: dal pane di semola, a quello integrale sino a quello degli sposi, prodotto per i matrimoni e lavorato finemente. Ottimi i dolci che rispecchiano in pieno l’utilizzo di ingredienti e prodotti autoctoni: miele e mandorle, limone e uova danno vita a una varietà di pasticceria secca come pirichittus, guefus, bianchinus, pabassinas, segno inconfondibile della tradizione dolciaria sarda.