Di origine secolare, Masainas racchiude nel suo nome un significato che non ha fonti storiche precise. Tra quelli più accreditati, vi è il toponimo di “Malas Ainas”, che lo rinvia a un territorio caratterizzato da eventi delittuosi e di brigantaggio. L’unica testimonianza storica è rappresentata dalla chiesa di San Giovani Battista, ubicata al centro dell’abitato. L’attuale agglomerato urbano è, dunque, relativamente giovane; sorto verso la fine del 1700 come “boddeu”, si espanse attorno alla chiesa principale. A partire dal 1820 Masainas diventa un fiorente centro, attivo soprattutto nell’agricoltura e nella pastorizia, economie che ancora oggi hanno un riflesso importante sul paese e sul circondario. In particolar modo la produzione del carciofo spinoso rappresenta la vocazione agricola di Masainas che però cerca di implementare il suo sviluppo anche attraverso lo sbocco a mare di Is Solinas e Cannigonis. La balneazione in acque cristalline, una spiaggia di sabbia bianca e finissima e il porticciolo, attirano sempre più turisti e appassionati di sport acquatici. Il binomio mare e campagna, turismo e agricoltura, rappresentano la nuova scommessa anche per il paese di Masainas oltre alla sua storia e alle sue tradizioni mantenute vivissime grazie alla laboriosità delle sue genti. A tal proposito, nonostante la parrocchiale sia dedicata a San Giovanni Battista, ogni anno con particolare solennità nel primo lunedì di Ottobre, la popolazione celebra la Festa della Madonna della Salute, evento tra sacro e profano, che da un lato documenta la devozione alla Vergine e dall’altro imprime maestosità all’aggregazione sociale, alla convivialità, ai prodotti tipici, attraverso lauti pranzi e cene nelle tipiche “pararas” di cui si adorna tutto il centro storico. Lo stesso spirito dello stare insieme che si riverbera anche attorno a “Sa matta e sa cruxi”, un olivastro secolare, cresciuto al centro del paese, all’ombra del quale si radunano anziani e bambini per chiacchierare e giocare. Intere generazioni hanno discusso sotto le fronde di questa silenziosa e maestosa istituzione, che finalmente può vantare anche l’inserimento nell’elenco nazionale degli alberi monumentali italiani.